Questa volta ospito un disegno non mio. Un disegno che però mi appartiene e non solo perché ce l'ho in casa da tanto tempo, ma perché quel ragazzino con gli stivali di gomma e i pantaloni corti che accarezza un merlotto sono proprio io.
Mio padre, che era un grande disegnatore, lo schizzò dal vivo con il carboncino in pochi secondi. Era il 1963, ma dal merlotto e gli stivali di gomma già si capiva che fine avrei fatto. Nel fango a caccia (si fa per dire) di uccelli, una passione per l'ornitologia che con il tempo si è sempre più prepotentemente riproposta fino a ricombinarsi insieme in un'altra grande passione, il disegno naturalistico. A mio padre devo tutto questo e anche di più.
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